STORIE VERE STORIA N.1 Depressione senza via d'uscita Secondo molti miei conoscenti dovrei sapermi accontentare di tutto quello che ho a disposizione. Ho 28 anni e mi sono sposata da 10 mesi con un uomo buono e lavoratore, ho una casa e un lavoro alle poste. Mi sento invece depressa per ogni cosa: il mio lavoro, mio marito e le mie prospettive per il futuro. Ho infatti sensazioni frequenti di umore depresso, inferiorità e pessimismo che vanno avanti da quando avevo 15 anni. A scuola, pur ottenendo risultati sopra la media, trovavo sempre qualcuno che andava meglio di me. Con gli uomini ho sempre cercato di evitare persone che mi piacevano realmente perché la loro vicinanza non faceva altro che farmi sentire ancora più timorosa ed incapace (una volta che poi tali uomini erano fuori dalla mia portata mi sentivo stupida ed ero capace di fantasticare per mesi, basandomi solamente su un loro sguardo o sorriso). Penso inoltre di essermi riuscita a sposare con mio marito solamente perché l' ho sempre visto più incapace di me. Lui mi vuole bene, ma io penso, che vita possono fare insieme due persone l'una più incapace dell'altra? Mio marito vorrebbe un figlio, ma partendo da questi presupposti, francamente, l'idea mi terrorizza! Ultimamente ho anche iniziato ad avere problemi sul lavoro dove sono sicura che il mio capo ufficio mi relegherà a svolgere compiti sempre più insignificanti, anche perché lui si è accorto che non valgo niente. Qualche giorno fa una mia amica mi ha consigliato di andare da una psicoterapeuta, ma io sono convinta che...per me...sarà tempo sprecato. Mxxxx di Mxxxxx
STORIA N.2 E' depressione? Qualche anno fa ho incominciato ad avvertire uno stato di malessere, di disagio, che sì è riproposto in maniera più evidente l'anno scorso e continua a presentarsi attualmente. Inizialmente ho provato un senso di apatia, stranezza, una stanchezza fisica e psichica, una incapacità e un disagio a vivere la presenza di altre persone, un senso di vergogna. Spesso ho avuto e ho ancora, la sensazione che la gente si accorga del mio disagio e legga i miei stati d'animo. In alcune situazioni, fortunatamente rare, ho anche provato un senso di panico (sul lavoro, in mensa o in assemblea, in chiesa) nel quale ho temuto di perdere il controllo di me stesso. Ho sentito una forteagitazione interna, il battito accelerato, il respiro affannoso e la sensazione di stare per impazzire o svenire. Mi sono così deciso, dopo molte esitazioni, a rivolgermi al medico di famiglia, che ha diagnosticato una lieve depressione e mi ha prescritto un neurolettico, che ho continuato a prendere per un anno. Con il farmaco che ho preso, queste sensazioni sono in parte scomparse. Mi sono però convinto e credo a ragione, che non si sia risolto il problema alla radice. Problema che c'è sempre stato fin dall'adolescenza, ma che non ho mai vissuto come tale. Ho creduto che esso fosse parte della vita e quindi da accettare come un peso, un fardello da portare con séinevitabilmente. Ho esitato molto, prima di rivolgermi dal medico, perché ho sempre pensato che non fosse l'indirizzo appropriato e che il problema non costituisse una patologia medica. Il problema è questo: non parlo mai se non sollecitato da altri, non ho iniziative e entusiasmo. Non ho una vita sociale, affettiva, di relazione accettabile: non ho amici, non ho una ragazza, non esco mai la sera, non frequento, nemmeno di giorno, locali pubblici. Spesso provo imbarazzo o fastidio a incrociare lo sguardo con altre persone, provo un senso di inadeguatezza e ho l'impressione che la capacità di concentrazione sia diminuita . Ultimamente il mio medico mi ha consigliato di iniziare una psicoterapia.
STORIA N.3 Sindrome ansioso depressiva? Mi chiamo xxxxxxx ed ho 35 anni. Sinceramente un po' mi vergogno alla mia età, con una famiglia che mi adora, una bellissima bimba di 2 anni e mezzo, un lavoro che mi piace ed a cui sono fin troppo attaccato quasi morbosamente, essere qui a scrivervi perché mi capita spesso ultimamente di aver toccato ormai il fondo. Da circa un anno soffro di una forte "sindrome ansiosa depressiva" (così almeno il medico mi ha detto). Tant'è vero che addirittura nell'anno scorso sono stato assente dal lavoro quasi quattro mesi. Ho dimenticato tutto di me stesso: il sorriso, l'allegria, non riesco a godermi la famiglia, sono sempre soggetto a sbalzi d'umore, ho sempre uno stato di affaticamento, inappetenza, soffro di ansia, ho spesso conati di vomito per la tensione ed ogni volta, anche se rara, che devo partire per un viaggio (ad esempio una vacanza) mi faccio prendere da paure, da attacchi di panico e altre conseguenze varie che, con un po' di lucidità, mi vergogno di me stesso e non credo a quello che mi succede ( ad esempio paura di morire, di diventare matto, povero ). Sto praticamente perdendo tutto: gli affetti, le amicizie, la stima, la famiglia e tutto ciò che mi circonda. Non esco più, non ho più voglia di nulla. Mi capita spesso di voler scappare via da tutta questa situazione, ma non riuscirei a fare ciò. E poi a cosa servirebbe....alla fine ritornerei a casa con gli stessi problemi. Ho avuto circa 6/7 anni fa un forte esaurimento per il lavoro. Poi sono stato abbastanza bene. Da gennaio dell'anno scorso sono nuovamente crollato con una forte depressione, pianti improvvisi ed una prostatite che stando ad uno dei medici che mi ha seguito, potrebbe essere scaturita proprio per questo mio deperimenti psichico e fisico.Ora da circa 4 mesi ho ripreso il lavoro, ma la situazione non è migliorata più di tanto. Il tempo passa via velocemente, ma mi capita a volte, certi giorni, di sentirmi sempre più "male", sempre più a terra. Attualmente mi sto "curando" (uso un termine non dei migliori) con una compressa di XXXXXXX 0.25 al giorno che assumo alla sera verso le ore 18.00, che mi aiuta anche se non più di tanto ( prima la assumevo solo "al bisogno" e soprattutto alla fine della settimana, quando ho i picchi maggiori di male perché, oltretutto, quando non sono al lavoro, ho maggiori ansie, paure e problemi ). So di avere parecchi problemi, mi sta sfuggendo tutto: famiglia, lavoro, carriera, me stesso. Non so nemmeno io cosa fare per aiutare me stesso. Sono stato da un neurologo, il quale non mi ha fatto altro che confermare questa depressione che ho, questa senso di disistima di me stesso, consigliandomi di andare in cura da una psicologa o psicoterapeuta. Purtroppo, lo ammetto, la mia situazione economica non mi permette di poter andare privatamente da uno psicoterapeuta o psicologo. Ho avuto modo di accertare che i prezzi a seduta vanno intorno alle 120/130 mila lire. E chi ce la fa a sostenere una terapia così costosa? Anche perché, immagino, le sedute non sono poche, ed anche facendone in media una alla settimana, sinceramente non posso permettermele......
STORIA
N. 4
Ho la sensazione che lo psichiatra lo imbottisca solo
di farmaci
Cari amici, sono una donna di 40 anni che ha tanto
bisogno di raccontare la propria storia a qualcuno che forse è in grado
di capire per diversi aspetti. Mi sono sposata all'età di 19 anni
sottovalutando la grande responsabilità che comporta un matrimonio
specialmente a quell'età. Ho ricevuto dai miei genitori una buona
educazione, ma forse troppo basata su " tutto deve sempre apparire
perfetto agli altri ".Non ho mai amato mio marito e questo lo avrei
potuto affermare pochi mesi dopo il matrimonio, quando mi resi conto del
grosso sbaglio che avevo fatto, ma era ormai troppo tardi.Di sani
principi religiosi e morali non avrei mai avuto il coraggio di dire al
mondo e ai miei che avrei voluto lasciarlo e così sono rimasta con lui
per 20 anni.Non vi dico quante cose ha potuto immaginare la mia mente e
quanti sogni ho potuto fare credendomi finalmente libera, ma sono
rimasti solo sogni. Se dovessi raccontare tutte le mie sensazioni e i
miei travagli, forse non basterebbero le righe di centinaia di
e-mail.Circa 2 anni fa ho conosciuto un ragazzo di 38 anni e dopo una
bellissima amicizia, nata durante un campo scuola, ci siamo
innamorati.Sicuramente è stato questo amore che mi ha dato il coraggio
di lasciare mio marito. Essendo credente e molto innamorata di Dio, non
avrei potuto vivere nell'ipocrisia, specialmente nei confronti del mio
amore. Così decisi di dire, a quello che era mio marito, che non lo
amavo e, per non ferirlo improvvisamente, che forse non lo avevo mai
amato e che il mio matrimonio con lui era stato solo l'errore di una
ragazzina immatura.
L'uomo di cui mi sono innamorata mi ha raccontato subito
la sua vita, senza nascondermi nulla, i nostri dialoghi sono continui ed
io ho finalmente trovato la persona che ho sempre cercato in tutti
questi tremendi anni della vita. Questi ultimi due anni sono stati
" i migliori anni della NOSTRA vita ": dico NOSTRA perché
anche lui ha sofferto molto. All'età di 17 anni e rimasto vittima di
una depressione che lo ha accompagnato fino al Marzo del 1999. Anni in
cui si sono alternate fasi di ricovero ospedaliero e no.E' attualmente
oggi in cura farmacologica... si, è vero che da due anni non ha avuto
più ricadute e il sorriso e la voglia di vivere lo accompagnano
quotidianamente, ma fino a quando? Si può uscire definitivamente dalla
depressione? Io lo amo da morire e mai al mondo lo vorrei vedere
soffrire e tanto meno perdere, ma a volte la paura che ciò possa
accadere mi tormenta. Spesso gli ho consigliato di rivolgersi ad uno
psicoterapeuta, non so perché, ma ho la sensazione che il suo
psichiatra lo imbottisca solo di farmaci, sottovalutando l'aspetto
psicoterapeutico...
STORIA N. 5 Ho un disperato bisogno di aiuto
Salve, sono
una ragazza di 22 anni, ,non ritengo di avere gravi problemi......
attraverso però il periodo più triste della mia vita.La cosa più
brutta è che avrei voglia di urlare il mio dolore al mondo, ma so che
nessuno delle persone che mi circondano sono disposte ad ascoltare
quello che ho dentro.La mia vita e' cambiata...... non so nemmeno io
cosa sia diventata.....ho paura.Esco da una storia durata quasi tre anni
con un ragazzo...l'unico che abbia amato finora....l'unico per cui ho
pianto e sofferto veramente.Ho versato tantissime lacrime per lui.
E' un ragazzo che soffre da circa sette anni di ansia o
almeno così i medici dicono.....prende ansiolitici,antidepressivi ed e'
circondato da gente che non lo aiuta.Ha pochi amici,forse nessuno ed uno
zio che lui adora, ma che a mio parere e' stato la sua rovina.Suo zio e'
un'alcolista e fa bere pure lui.La sua famiglia e' stata sempre assente
e non hanno nessuna influenza su di lui.
La nostra storia e' cominciata così, come cominciano
tutte le storie...lui non mi ha parlato subito dei suoi problemi, e'
sempre stato chiuso con me o forse con il mondo.....abbiamo quasi
convissuto il primo anno, stavamo sempre insieme, io lo sentivo ormai
parte di me, avevo dimenticato tutto:famiglia ,studio,amici.Poi dopo 1
anno e mezzo lui ha cominciato a staccarsi da me a frequentare di più
suo zio ......da quel momento ho incominciato a dubitare del suo amore e
a sospettare che il suo distacco fosse dovuto alla presenza di
un'altra......mi assillavo, lo assillavo, piangevo.....la mia vita ormai
non aveva più senso, tutto era concentrato sui miei problemi con
lui.Poi mi ha lasciata per un paio di mesi, poi si e' rifatto vivo,
siamo tornati assieme e io ho continuato ad amarlo......i primi mesi
andavano bene, poi di nuovo i vecchi problemi.Un giorno, una domenica,
abbiamo litigato... lui mi ha detto che non credeva più in noi due, mi
ha picchiata, scaraventata fuori dalla macchina e se n'è andato.Come se
fossi io la colpevole di tutto.
Ora sono sola.... senza di lui, con la consapevolezza di
non poterlo mai più perdonare.La mia vita e' un vuoto totale, non ho la
forza di studiare, guardo tutto il mondo con disprezzo,ma forse il
disprezzo ce l'ho nei miei confronti.Sono insoddisfatta di me stessa,
delle mie scelte, ogni giorno mi chiedo cosa devo cambiare dentro di
me....ho attirato nella mia vita solo gente che mi ha sfruttata, amici
compresi.......che persona sono io se sono riesco solo a farmi odiare
dalla gente?Ho un disperato bisogno di aiuto e non ho a chi
chiederlo.....
STORIA N. 6 E' come se il mio orologio fosse fermo E' come se il mio orologio fosse fermo, nulla cambia nella mia vita, vivo quasi aspettandomi di iniziare a vivere, la mia è una continua attesa. Sono in attesa di un lavoro che ripaghi i miei sacrifici, le mille rinunce fatte per laurearmi e soprattutto che mi dia un'identità professionale; attendo che arrivi l'amore, quasi fosse un dono divino....... Sarà l'avvicinarsi del mio compleanno (compirò 28 anni.... so che non sono tanti, ma credo siano giusti per iniziare ad intraprendere una strada) ma mi accorgo che in tanti anni non ho vissuto realmente, mi chiedo cosa ho fatto .......e nulla ha valore. Ho avuto tanti amici, la mia casa è sempre piena di gente, ma poi le esperienze cambiano e ci siallontana, molti hanno cambiato città..... le mie amiche sono quasi tutte sposate ed io mi sento tanto sola. Dimenticavo, sono ancora vergine..... e non ho mai conosciuto l'amore. Sono stata "innamoratissima " a 15 anni, se si può esserlo a quell'età, poi i miei amori sono stati quasi tutti fantastici, ho baciato solo tre ragazzi in tutta la mia vita, eppure ho frequentato tanta gente, sono sempre uscita senza grossi problemi, mi sono divertita, ho viaggiato, ma è come se mai avessi vissuto pienamente.....anche se non sono mai stata ai margini, sono apprezzata, sono abbastanza carina, da molti invidiata....Temo però di incattivirmi e diventare io invidiosa....Voglio dei figli, voglio imparare ad amare. Spesso provo compassione per me stessa e non vorrei che gli altri provino lo stesso sentimento nei miei confronti. E' da un po' che credo di somatizzare, ho paura di allontanarmi da casa, temo di aver bisogno del bagno, di perdere il controllo, ho dei reali problemi intestinali.... ma a conferma dell'origine psicologica dei sintomi, c'è che sono stata a New York il mese scorso e non ho avuto alcun problema..... avevo portato con me anche delle pillole, ma non sono servite, mangiavo tranquillamente (già....per paura non mangio quasi mai fuori casa) e anche al mio ritorno mi sono sentita libera e per circa un mese riuscivo ad uscire dopo pranzo, a mangiare fuori...ora invece temo che si stia ripresentando il problema. Da giorni sono in casa, non ho impegni e questo mi terrorizza. Mi sveglio senza aver nulla da fare, pulisco casa e sto da sola, aspettando che tornino i miei o qualche amica a farmi visita. Il gruppo con il quale uscivo ultimamente si è disgregato e non esco più...Sono proprio messa male eh !?
STORIA N. 7 Ho dei momenti di depressione Ho 22 anni, sono una ragazza caratterialmente molto allegra, vitale e spigliata, ma ho dei momenti di depressione (almeno penso sia tale) in quanto scoppio a piangere, talvolta quando non c'è nessuno, urlando contro qualcuno che mai mi sentirà. Sono figlia di genitori separati, vivo con mia mamma da quasi 12 anni, lei, caratterialmente, è totalmente il mio opposto, molto tranquilla, poco espansiva, molto razionale e spesso anche cinica.Da circa 12 anni non vedo mio padre, in quanto ci sono stati problemi di cause ed avvocati che mi hanno fatto decidere di non vederlo (da quanto ricordo nell'infanzia lui è comunque molto più simile a me).La mia depressione è causata principalmente dalle grossi liti fra me e mia madre, la quale è molto possessiva nei miei confronti, mascherandosi sempre con la scusa di essere da sola a combattere contro tutti. Lei, non ha amici e neanche molti parenti.....di conseguenza si rintana nel suo idillio, la casa. Esce solo per sbrigare le commissioni della giornata e passa il resto del tempo a casa, magari a letto davanti alla tv, mentre io, essendo appunto espansiva, preferisco molto uscire, non stare mai ferma. Questo, lei non lo capisce ed è motivo di continuo confronto, anche molto forte.Vorrei avere qualche consiglio sul come affrontare la situazione, vorrei andar via di casa, ma per motivi vari, se succedesse tutto ciò, perderei anche il mio lavoro attuale.Già di per se il mio lavoro è motivo di continua tensione....lavoro circa 9-10 ore al giorno, quando torno a casa, mi piacerebbe un po' di serenità, ma anche lì non so come trovarla!
STORIA N. 8 Rimarrò sola? Ho
36 anni e non sono sposata. Non ho mai avuto un ragazzo e nemmeno ora ho
un partner. Questo non mi crea alcun problema. Anzi, è forse una
liberazione dai vari problemi che sorgono quando si crea una coppia.Non
riuscirei mai ad averne uno, in quanto, all'età di 11 anni ho subito uno
shock.Sono stata spaventata da un anziano. Avrei subito una violenza se
non fossi riuscita a svincolarmi in tempo.Questo problema mi ha portata ad
avere enormi ansie e paure, ma soprattutto mi ha creato un blocco
psicologico che non mi permette di affiancarmi ad alcun partner. Non ho
comunque paura di amicizie maschili, purché siano solo amicizie. STORIA N. 9 Non sono mai stato ricambiato in amore Sono un ragazzo di 28 anni e, purtroppo, ho diversi problemi felice. Riassumerli e ricordarli tutti è praticamente impossibile e mi ricambiato in amore. In 28 anni ho avuto 3 microscopiche storie tipo "mordi e fuggi", che messe insieme, non raggiungono la durata di 10gg., con ragazze che non mi sono mai piaciute tanto. Posso sinceramente affermare di non aver mai avuto una ragazza, e Dio solo sa quanto ne avrei bisogno, quanto è forte il desiderio di avere una compagna da poter amare, ed a cui dare tutto me stesso per renderla felice, ed allo stesso tempo poter essere ricambiato, amato e coccolato. Tutto questo non l'ho mai avuto e così non mi ritengo uguale agli altri, ma un portatore di handicap a tutti gli effetti. Per anni ed anni tutte le ragazze che mi piacevano erano sempre state attratte da qualcun altro, e mai da me. Io, quando sono fortunato, posso al massimo godere di una simpatia nemmeno tanto sentita (quando invece non lo sono, vengo ignominiosamente ignorato). Tutto questo con una sistematicità svizzera. H anni ho provato (e sto tuttora provando) delle profonde sofferenze, piano piano sempre più intense e devastanti, a tal punto che da un bel po' ditempo diserto tutti i posti dove "si rimorchia"...prima di tutto le feste, perché tanto so già che perderò in partenza. Mi è capitato alcune volte di cercare di reagire e di provare a corteggiare delle ragazze, ma non mi è stato mai possibile riuscire ad invitarle ad uscire con me (quelle rarissime volte in cui sono riuscito ad attrarre la loro attenzione per più di 5 minuti consecutivi), e quindi oramai la vista di una ragazza mi provoca una sofferenza direttamente proporzionale all'attrazione che lei ha su di me, e soprattutto direttamente proporzionale alle persone che ha intorno (siano uomini o donne). Non riesco più a stare in un gruppo dove ci sono ragazze che mi piacciono, perché tanto non mi notano, e c'è sempre chi è più attraente di me e/o ci sa fare di più (quando poi non divento bersaglio di scherno di chi si vuole far bello a scapito mio), e Dio solo sa quanto questo mi faccia male. Per reagire ho riempito la mia vita di "impegni" (internet, collezioni varie, siti da realizzare) e questo ha attenuato la mia tristezza, forse perché l'attività mi impedisce di riflettere, di pensare. Ma il vuoto interiore resta sempre lì, basta poco per farlo emergere, non si può ignorare e basta. Non appena questi impegni cominciano a lasciarmi maggiore "libertà" (o magari capita il momento in cui non ho voglia di dedicarmici), eccomi di nuovo ripiombare nella tristezza e nell'ansia. Più passa il tempo e più le sofferenze sono profonde e durature, e se prima il dolore durava qualche ora, adesso è molto facile che un nonnulla sia sufficiente per rovinarmi due o tre giorni di seguito. Stare con amici mi da un leggero "sollievo", ma non mi risolve niente... a volte preferisco stare da solo a meditare, piuttosto che fare conversazioni "frivole" in cui fingo che tutto vada bene. Con il sopraggiungere dell'estate questi problemi diventano molto più intensi e duri da sopportare. Spero tanto che ci sia una soluzione (anche se ci credo poco) più efficace dei tanti "su col morale" che ho sentito da varie persone, che dimostrano, di non saper aiutare a risolvere questo tipo di problemi.
STORIA N. 10 Vorrei non svegliarmi più il giorno dopo Buonasera a tutti, sono una ragazza di 24 anni. Soffro di depressione e quando la situazione sembra risolta, sto bene per alcuni mesi... fino al verificarsi di una nuova crisi. Cado nel silenzio in quei momenti e ho voglia di morire ...vorrei non svegliarmi più il giorno dopo, poi, con rassegnazione e disperazione mi sveglio e devo sopportare di vivere un'altra giornata. E' come se facessi fatica a vivere. Sono infermiera, una volta ho tentato il suicidio, ma stupidamente non ho usato un farmaco abbastanza efficace. Attualmente sono in terapia e il mio è un buon analista. Vorrei tornare ad essere quella di prima e voglio sconfiggere questa malattia bastarda che mi sta consumando...ho però paura di non farcela . Vi ringrazio a nome di tutti quelli che hanno problemi come il mio: il vostro è un contributo molto nobile e umano!
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